Acqua Pubblica

PIU - Acqua Pubblica

A Palermo buttiamo circa 220.000 bottiglie di plastica al giorno.

Sono più di 85.000.000 (85 milioni) di bottiglie di plastica l’anno. 

Una stima, la nostra, basata sui dati europei di consumo d’acqua in bottiglia che vede l’Italia al primo posto per consumo di bottiglie con 8 miliardi l’anno, che corrispondono ad una media di 135 bottiglie (208litri) l’anno a persona.  A Palermo la popolazione residente è di circa 630.000 persone.

85 milioni di bottiglie di plastica buttate in un anno equivalgono alla  superficie di 365 campi da calcio rivestiti di bottiglie. Un campo al giorno per un anno. Dobbiamo dire che, purtroppo, buona parte di queste bottiglie non viene raccolta e riciclata e non riempie campi da calcio. Questa e altra plastica riempiono i nostri mari ed oceani. Si tratta di uno di quegli ambiti in cui la connessione tra locale e globale risulta evidente.

Fotografia di: Benjamin Von Wong, artista molto attivo sul tema.https://www.vonwong.com/

Abbiamo iniziato l’articolo con numeri e immagini perché speriamo che questo restituisca una fotografia chiara del problema che vorremmo affrontare e che, a nostro avviso, ha come principale rimedio un accurato lavoro tecnico e politico sul tema dell’acqua pubblica.


L’acqua in Italia è ottima. Lo dicono tutti gli studi di settore che  pongono l’Italia  tra le prime cinque nazioni in Europa per qualità dell’acqua.
Questo anche grazie alle leggi vigenti che obbligano le società di distribuzione idrica a rigorosi controlli periodici.
Malgrado ciò, l’Italia è seconda al mondo per consumo di acqua in bottiglia pro capite. Primo il Messico.

Anche nella nostra città l’uso dell’acqua pubblica è poco considerato dalla cittadinanza e le argomentazioni sono in genere le stesse in tutto il mondo, basate sulla scarsa fiducia e la disinformazione.
Sfiducia e disinformazione che, purtroppo, in questa città non sono combattute adeguatamente dall’AMAP e dal Comune di Palermo. La società responsabile dell’acqua pubblica, purtroppo, non è puntuale e precisa con le pubblicazioni.
Basti considerare che la carta d’identità dell’acqua pubblicata sul sito Amap ha dei dati aggiornati al 2016:
https://www.amapspa.it/it/carta-didentita-dellacqua/

Nel sito Amap, inoltre, è presente una utilissima mappa delle fontanelle pubbliche esistenti a Palermo che molto potrebbe contribuire a diffondere la cultura dell’uso dell’acqua comunale, anche per bypassare i numerosi commenti che puntano il dito contro le vecchie condutture degli edifici abitativi e/o del passaggio dell’acqua in serbatoi non ben manutenuti (ricordatevi che i serbatoi vanno igienizzati ogni anno!).
Connessa a questa mappa ce n’è una ancora più interessante con l’indicazione dell’analisi delle acque effettuata presso queste fontanelle e che potete visualizzare qui sotto, ma che purtroppo riporta analisi ferme a maggio 2021. Un ritardo nell’aggiornamento analisi a nostro avviso gravissimo.

Mappa delle fontanelle di Palermo
Analisi acqua nelle fontanelle

Visto che vi abbiamo raccontato delle fontanelle e delle analisi, iniziamo, intanto, a proporre di unire questi due aspetti e chiediamo al Comune di Palermo e ad AMAP spa di pubblicare e pubblicizzare con più frequenza e puntualità (magari ogni 6 mesi) le analisi dell’acqua fatte a campione nelle fontanelle pubbliche


Un’altra azione poco onerosa e, a nostro avviso, molto efficace sarebbe quella di attivare un punto di acqua diretta in ogni scuola, così da educare studenti e studentesse a bere l’acqua pubblica e non comprare acqua e bibite in bottiglie di plastica. Occorre considerare, inoltre, che l’acqua pubblica ha un costo irrisorio rispetto alle minerali in vendita.

Lo stesso approccio si potrebbe avere a livello condominiale, proponendo incentivi (ad esempio uno sconto sulla TARI) per l’installazione di punti di erogazione di acqua pubblica in ogni condominio, ovviamente realizzati con sistemi di misurazione dell’acqua presa da ogni persona o famiglia.

Queste azioni, molto semplici, dovranno essere accompagnate da una importante campagna di comunicazione e sensibilizzazione diffusa in città e in tutte le scuole.

Un intervento forse più oneroso, ma certamente di grande impatto ed importanza, sarebbe quello di attivare le “case dell’acqua” in ogni quartiere di Palermo. Dei luoghi in cui, anche ad un costo leggermente maggiorato, cittadine e cittadini possano riempire i propri contenitori ecologici e riutilizzabili con acqua naturale o effervescente, accedendo al servizio tramite l’uso del codice fiscale. In queste case dell’acqua, il monitoraggio sulla qualità dell’acqua dovrebbe essere periodicamente aggiornato e evidente nella comunicazione.

La stragrande maggioranza delle persone non beve acqua del rubinetto per alcuni ricorrenti motivi. Proviamo qui ad elencarli e a proporre possibili soluzioni per aggirare questi problemi reali o ipotetici.

  1. L’acqua ha un brutto sapore!
    Questo è difficile negarlo, l’acqua di Palermo spesso, appena esce dal rubinetto, ha un cattivo sapore e questo sappiamo essere dovuto agli antibatterici che si usano per salvaguardare la nostra salute.
    La soluzione a questo problema è molto semplice: fate decantare l’acqua un paio d’ore prima di berla, meglio ancora se in frigorifero.
    Spesso, sono stati fatti esperimenti per strada facendo assaggiare tre bicchieri d’acqua alle persone e pochissime erano in grado di distinguere con certezza il bicchiere riempito con acqua pubblica dagli altri.
  2. L’acqua di Palermo è dura! Mi fa venire i calcoli!
    Su questo punto ormai esistono moltissime evidenze scientifiche del fatto che non sia vero e vi rimandiamo al sito dell’Istituto Superiore di Sanità che così introduce:
    È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali.
    Approfondisci qui.
    L’acqua ad elevato residuo fisso fa male ai nostri elettrodomestici, ma per noi non è nociva.
  3. Le tubature di casa mia sono vecchie, c’è il serbatoio!

Una soluzione semplice sarebbe quella di attingere  l’acqua dalla fontanella più vicina. In fondo, vai a comprare la cassa d’acqua al supermercato. Fai sempre un tragitto con il peso e l’acqua pesa sempre uguale!

A parte un po’ di ironia, potreste fare analizzare l’acqua del vostro rubinetto da un centro analisi e scoprire se è davvero così nociva.
Attenzione! Molti centri analisi constatando che l’acqua è dura,  vi sconsiglieranno di berla, ma voi tornate al punto due. 

Resta comunque prioritaria l’iniziativa del Comune e della Società  Partecipata affinché i dati sull’acqua pubblica siano diffusi con trasparenza e aggiornati frequentemente.