Proposta

Tre termini che determinano una visione

Partecipazione

Basiamo le nostre azioni su un modello collaborativo, trasparente e sempre incentrato all'ascolto.

Innovazione

Crediamo sia fondamentale rischiare prendendo la strada del progresso, per ottenere un futuro sostenibile.

Uguaglianza

Avere cura di tutte e tutti con modelli equi e rispettosi della diversità è il requisito base di ogni nostra proposta.

Con questi principi

abbiamo sviluppato una proposta per trasformare Palermo in una città attenta a tutti gli esseri viventi che la abitano e l'attraversano. Un programma per rendere Palermo una città più sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.
Tutto questo partendo dal requisito essenziale di far funzionare i normali servizi pubblici atti a garantire la vivibilità e la pulizia di ogni quartiere.

La società è cambiata e con lei è cambiato il modo di fare le cose. Qualsiasi problema urbano richiede oggi un team interdiscipilnare per il reperimento di soluzioni innovative, creative e sostenibili.
L’organigramma delle imprese più innovative e virtuose è stato stravolto e la prima cosa che è stata fatta saltare sono le barriere di ambito, i dipendenti si spostano tra un progetto all’altro seguendo passioni e voglia di apprendere. Le imprese si aprono includendo collaboratori non dipendenti, consapevoli che fuori da loro non c’è per forza un nemico ma molto più spesso si può trovare un’intelligenza collettiva in grado di trovare soluzioni e innovazioni in modo molto più rapido di quanto possa succedere in un sistema chiuso.
Portare questi modelli organizzativi all’interno delle Pubbliche Amministrazioni è un dovere civile. Abbattere la barriera che divide gli uffici pubblici dall’intelligenza urbana sarà una delle innovazioni PIU utili alle città dei futuro. Un duplice flusso di spostamenti inserendo dipendenti pubblici in smartworking all’interno di luoghi di innovazione già presenti a Palermo e attivando luoghi di coworking aperti a privati cittadini all’interno degli uffici istituzionali.
Saranno inoltre organizzati numerosi  incontri di coprogettazione e diffusi in tutti i quartieri con tecniche partecipative strutturate, questo inserendo in organico un numero congruo di facilitatrici e facilitatori che sono figure oggi fondamentali per l’incontro tra Pubblica Amministrazione e Cittadinanza.

Siamo probabilmente vittime di una narrazione che troppo spesso ha puntato il dito verso le cittadine e i cittadini di Palermo. Secondo noi è tempo invece di darci fiducia e insieme alla fiducia la responsabilità.
C’è uno strumento di democrazia diretta che più di altri ci offre la possibilità di ribaltare questa narrazione mettendo nelle mani della popolazione l’onere delle scelte economiche, soprattutto per gli interventi che hanno un impatto diretto sulla vivibilità dei quartieri e sui servizi presenti e richiesti dagli abitanti: Il bilancio partecipativo.

La legge prevederebbe che già una piccola parte del bilancio delle quote che la Regione versa alla città di Palermo fosse gestita con modelli partecipativi e questo non avviene. Il nostro obiettivo è quello di superare ampiamente questa percentuale, arrivando in cinque anni a decidere con percorsi partecipativi il 20% del bilancio comunale.

Se non lo credete possibile sappiate che a Porto Alegre in Brasile, una città di 1,3 milioni di abitanti, oggi il 25% del bilancio è gestito in modo partecipativo e che questo modello è ormai diffuso in tantissime città europee.

Ormai è chiaro che le città del futuro dovranno essere verdi e permeabili al suolo. La strada più efficace, economica, intelligente e con un impatto sociale positivo è quella di piantare alberi e dare loro suolo permeabile. Bisogna fare di tutto per abbassare le temperature d’estate e d’inverno, bisogna ripensare al rapporto con l’acqua piovana e al come filtra nel terreno collaborando con le radici. Dobbiamo farlo immediatamente perché se piantando oggi la città sarà diversa tra decenni e il tempo trascorso è già troppo.

Non parliamo di boschi verticali e di altre cose onerose e meno efficienti, parliamo di radici al suolo. Non parcheggi ma parchi.

Iniziamo con il dare struttura e consistenza ad una legge che prevede che ogni Comune sopra i 15.000 abitanti pianti un albero per ogni neonata o neonato. Dal 2012 alla fine del 2021 a Palermo ci sono state circa 58.000 nascite che sarebbero dovute corrispondere a 58.000 alberi piantati. Nel futuro queste piantagioni dovranno ovviamente essere fatte, ma per noi ha senso dare un peso qualitativo e partecipativo a questa azione oltre che quantitativo. Le famiglie che vorranno partecipare attivamente avranno a disposizione strumenti per scegliere, localizzare e prendersi cura dell’albero che sarà legato alla nuova nascita. Tutti gli alberi saranno in ogni caso messi a dimora seguendo delle linee guida redatte appositamente per la scelta di specie adatte al territorio, privilegiando piantagioni collettive e non isolate così da creare una rete radicale tra le specie. A questa azione sarà associato l’aumento della permeabilità del suolo urbano. Obiettivo che riteniamo fondamentale al fine di mitigare le temperature e migliorare la risposta cittadina al cambiamento delle portate delle piogge che ormai hanno carattere tropicale.
Gli alberi saranno inoltre mappati e monitorati digitalmente al fine di dare alla cittadinanza una visione chiara della crescita verde della città. 

Perché le persone nei centri commerciali camminano? Perché accettano di parcheggiare molto distanti dal negozio e percorrono km tra corsie di prodotti e viali commerciali?
Noi siamo certi che le risposte a questo quesito siano tutte connesse alla qualità del passeggio, al piacere di stare in un posto curato e sicuro.
Invece la nostra città per i pedoni è impraticabile e insicura. Buche, sporcizia, inciviltà, buio e spesso totale assenza di marciapiedi rendono impossibile a molti una vita normale e piacevole. In particolare a disabili, alle donne e ai giovani.
Purtroppo i primi oggi a Palermo sono totalmente discriminati, costretti ad una vita di arresti domiciliari dalla totale inaccessibilità di questa città. Le donne, salvo rare eccezioni maschili, sono la categoria che si fa carico dell’enorme onere della cura familiare e per questo sono tra le principali vittime della non pedonabilità dei nostri quartieri.
Che sia il percorso con il passeggino, con la sedia a rotelle del familiare, il tragitto con le borse o il carrello della spesa, la non vivibilità delle aree per camminare in sicurezza diventano sia un oggetto di discriminazione che un totale disincentivo all’abbandono dell’auto con ovvie ripercussioni sia sul traffico e inquinamento cittadino, sia economiche sul commercio di prossimità che non essendo raggiungibile con piacere e in sicurezza perde la sua caratteristica di prossimità.
Infine i giovani, che sicuramente nel loro ciclo scolastico si trovano quasi necessariamente a raggiungere la scuola nel proprio quartiere, che dovrebbero percorrere a piedi il tragitto casa scuola magari trovando vicino alle scuola aree di aggregazione e sfogo e che invece si assembrano in strade carrabili aumentando traffico e rischi di incolumità.

Negli ultimi anni ha preso forza nel dibattito collettivo l’idea della città dei 15 minuti, qualcosa in cui noi crediamo fortemente da tempo. Per attuare questa città di prossimità Palermo ha bisogno di uno stravolgimento frutto di micro-interventi in ogni quartiere finalizzati a trasformare la vivibilità di moltissime aree. Pulizia, illuminazione, manutenzione ma soprattutto progetti per un nuovo spazio pubblico che sia propedeutico ad un nuovo modello di mobilità sostenibile.

Testo in fase di stesura

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