Una riflessione sulla legge siciliana per la democrazia partecipativa

Legge democraiza partecipativa

La democrazia partecipativa è un tema che ci sta a cuore, così come il lavoro di Spendiamoli Insieme che, negli anni, ha dato un contributo essenziale per monitorare e promuovere il tema sul territorio siciliano, e che ora sta supportando la diffusione e il confronto sulle modifiche all’attuale legge.
Lo scorso 30 gennaio si è tenuto a Palermo il Convegno Scriviamola Insieme in cui numerosi esperti nazionali e internazionali sono intervenuti sul tema.

Per chi volesse approfondire i contenuti dell’incontro, potete leggere qui il nostro report degli interventi:
https://docs.google.com/document/d/1GAsMzGo4vCGemwQeq9lzJjGSw9QNWhgCZYFqVPcNfdw/edit?usp=sharing

L’occasione ci ha comunque spinto a proporre il nostro contributo al dibattito sulla nuova legge con, come di consueto, una proposta concreta per una nuova normativa frutto di nostre partecipate riflessioni.

La nuova legge sulla democrazia partecipativa dovrebbe apportare delle differenze e delle novità per fare un passo avanti nella direzione giusta e, per questo, ci sono a nostro avviso alcuni aspetti fondamentali da considerare per evitare che resti una riforma di facciata. 

Il complesso normativo esistente genera davvero parecchie storture e si basa su principi a nostro avviso da cambiare.
Ogni anno 4,5 milioni di euro (questa la cifra che ogni anno viene destinata al bilancio partecipativo dei 391 comuni siciliani) costituiscono un importante tesoro per diffondere la cultura della partecipazione.

Attualmente, però, questi fondi vanno solo a finanziare progetti proposti, se va bene dalla cittadinanza, senza un reale coinvolgimento o dialogo. La dinamica più frequente è quella della raccolta di progetti, come avviene in un qualsiasi bando, con a seguire il voto on-line di preferenza. I votanti (in genere molto pochi) sono spesso invitati da familiari e/o amici con la formula “vota il mio progetto” e davvero raramente la cittadinanza valuta le altre proposte presenti.

Una nuova legge sulla partecipazione dovrebbe superare queste criticità. Ecco alcuni obiettivi che a nostro avviso sarebbe importante perseguire con la nuova legge:

  1. Partecipazione sostanziale e non solo formale
    Una legge sul bilancio partecipativo dovrebbe garantire che le decisioni sulla destinazione dei fondi pubblici siano il risultato di un vero processo collettivo. La scelta delle priorità di spesa deve emergere dal confronto tra cittadini e amministrazioni e non essere un semplice sondaggio o un passaggio burocratico.
  2. Ambiti di intervento chiari e significativi
    La partecipazione può essere costruita attorno a temi di interesse collettivo (come l’accessibilità per le persone con disabilità) o su una base territoriale (quartieri, comunità locali). Entrambe le dimensioni devono essere valorizzate per favorire un coinvolgimento autentico.
  3. Processi, non eventi isolati
    La partecipazione non può essere ridotta a singoli momenti decisionali. Una legge efficace deve prevedere l’obbligo di sviluppare processi continuativi di ascolto, coinvolgimento e decisioni collettive. Inoltre, il confronto tra cittadini dovrebbe essere l’elemento prioritario rispetto al voto che spesso genera divisioni anziché costruire obiettivi comuni.
  4. Esperti e facilitatori: una risorsa indispensabile
    La progettazione e la gestione dei percorsi partecipativi richiedono competenze specifiche. In Sicilia, esistono interi settori accademici dedicati al tema della partecipazione (da Architettura a Scienze politiche), che potrebbero offrire un contributo prezioso per rendere questi processi più efficaci e inclusivi. Ogni anno potremmo generare lavoro per oltre 1.000.000€ in un settore oggi fondamentale in cui la Sicilia potrebbe essere leader.
  5. Differenziare tra grandi e piccoli comuni
    Le realtà locali non sono tutte uguali. Una normativa efficace dovrebbe prevedere strumenti diversi per i piccoli comuni, semplificando gli iter burocratici o introducendo meccanismi di supporto adeguati. Ad esempio, si potrebbe prevedere una scadenza triennale per i piccoli comuni, dando loro più tempo per espletare le necessità burocratiche e più soldi per realizzare processi e progetti migliori.

Per migliorare il quadro normativo siciliano vorremmo contribuire alla discussione tramite una nostra proposta di legge che mira a rendere la partecipazione un elemento strutturale delle politiche pubbliche regionali. La nostra proposta introduce elementi innovativi quali:

  • Destinazione delle risorse: una quota specifica di bilancio sarà destinata ai percorsi partecipativi, mentre un’altra parte sarà dedicata alla realizzazione dei progetti scelti.
  • Introduzione di team di facilitatori: ogni processo partecipativo dovrà essere gestito da esperti in facilitazione per garantire un confronto effettivo e costruttivo con la cittadinanza.
  • Processi partecipativi strutturati: non eventi isolati, ma percorsi di 90-150 giorni con fasi obbligatorie di ascolto, co-progettazione e decisione.
  • Differenziazione tra grandi e piccoli comuni: introduzione di iter burocratici più snelli e la possibilità di una scadenza triennale per i piccoli comuni per agevolare la loro partecipazione.
  • Il confronto come elemento centrale: promuovere il dialogo e la collaborazione come strumenti principali della partecipazione evitando che il voto diventi un meccanismo divisivo.

Il testo completo della nostra proposta, aperto ai commenti, è disponibile qui:
https://docs.google.com/document/d/11Byo9SQckA14QlSsxnDy8wfoiQHmjN5aRTn4EuP-hHc/edit?usp=sharing

Se vogliamo che la democrazia partecipativa in Sicilia diventi una realtà concreta e non solo un principio sulla carta, dobbiamo costruire strumenti efficaci per realizzarla e capaci di diffondere la cultura della partecipazione. È importante confrontarsi su quali obiettivi vogliamo perseguire con questa nuova legge e scrivere una norma che ci aiuti a perseguire queste finalità. Il dato quantitativo di quanti milioni di euro sono stati spesi grazie a questa legge, rischia di trasformare la partecipazione in spartizione e la prima dovrebbe unire mentre la seconda decisamente divide.

Abbiamo infine chiesto ad una IA di verificare la congruenza tra gli atti del convegno del 30 gennaio e la nostra proposta di legge.
Ecco il risultato
https://docs.google.com/document/d/16sg4SYnjRsd-8G2lKoiVazJ8TNuNy-g8MddLR06jDfY/edit?usp=sharing