Mercoledì 11 maggio si è svolto il primo incontro dedicato al tema del Reddito Universale Incondizionato.
Sin da subito abbiamo chiarito l’intenzione di dedicare a questo tema numerosi incontri con vari livelli di approfondimento. Riteniamo, infatti, che la tematica sia “corrotta” da una grande quantità di pregiudizi che non permettono un dibattito maturo e profondo.
Il tema del Reddito universale è secondo noi, viziato da alcuni preconcetti diffusi emersi anche nel corso del nostro incontro e che in queste settimane spesso hanno occupato le pagine dei nostri media e che possiamo riassumere così: non diamo soldi alle persone per stare sul divano.
Ma cos’è il reddito universale incondizionato?
Abbiamo iniziato l’incontro dando una definizione facilmente criticabile:
Soldi per tutti, poveri e ricchi, senza obblighi lavorativi.
Il giro di commenti ha subito messo in evidenza come sia normale confondere la parola reddito con la parola retribuzione, rendendo automatico il pensiero secondo cui,se qualcuno riceve dei soldi questi vengono immaginati a titolo di compenso per una prestazione. Cosa che in realtà non è automatica. Un esempio emerso durante il confronto è stato quello dell’eredità, ossia soldi ricevuti a prescindere da ciò che si è fatto e scollegati da qualsiasi attività lavorativa da dover svolgere per ottenerli.
A seguito di questo breve confronto iniziale, abbiamo provato a dare una definizione più esaustiva delle quattro caratteristiche del Reddito Universale di Base, ossia:
1) UNIVERSALE
Il reddito è versato a tutti, senza una valutazione delle risorse individuali. Non è soggetto a limiti di reddito, risparmio o patrimonio. Ogni persona, indipendentemente dall’età, dal ceto, dalla cittadinanza, dal luogo di residenza, dalla professione, ecc., ha il diritto di riceverlo.
2) INDIVIDUALE
Chiunque – donna, uomo, bambina o bambino – ha il diritto al reddito di base incondizionato su base individuale, poiché si tratta dell’unico modo per garantire la privacy e impedire il controllo da parte di altre persone.
3) INCONDIZIONATO
In quanto diritto umano e giuridico, il reddito di base incondizionato non è soggetto a nessuna condizione preliminare, che sia l’obbligo di svolgere un’attività lavorativa retribuita, di dimostrare la volontà di lavorare, di svolgere un lavoro socialmente utile o di comportarsi secondo ruoli di genere predefiniti.
4) SUFFICIENTE
L’importo dovrebbe consentire un tenore di vita dignitoso, corrispondente alle norme sociali e culturali del paese interessato. Dovrebbe prevenire la povertà materiale e offrire l’opportunità di partecipare alla vita sociale.
Alcune sperimentazioni
Dopo aver analizzato le caratteristiche generali, abbiamo dedicato un po’ di tempo per conoscere alcune sperimentazioni realizzate o in corso su modelli applicativi di reddito di base.
Per introdurre questo tema e riallacciarci ai pregiudizi analizzati in apertura di serata, ci è tornata utile una citazione di Guy Standing, uno dei massimi esperti mondiali di Reddito Universale di Base che ci dice che i progetti pilota condotti in tutto il mondo hanno avuto risultati univoci: nessun effetto divano. “Del resto, se funzionasse così perché i ricchi continuano a lavorare anche se possiedono miliardi?”.
Ma vediamo brevemente alcuni esempi riportati
1- CANADA – IL MINCOM
Tra il 1974 e il 1979, il Canada ha condotto uno studio nella provincia di Manitoba, in cui ogni famiglia poteva partecipare al reddito di base. Si è un calo delle visite mediche e una riduzione dell’8,5% del tasso di ospedalizzazione – e anche i tassi di conseguimento del diploma di scuola superiore sono migliorati.
2- ALASKA
L’Alaska dal 1982 ha assegnato un assegno annuale ad ogni cittadino residente nel paese solo per essere vivo, eliminando efficacemente la povertà estrema.
“Il dividendo non ha avuto alcun effetto sull’occupazione” nel complesso, bensì ha avuto un effetto sulla fertilità, incoraggiando le famiglie ad avere più figli. Ha anche avuto alcuni effetti inaspettati sulla politica dello Stato.
3- FINLANDIA
Nel 2017, il governo finlandese ha avviato una sperimentazione di un reddito di base incondizionato attraversoNel 2017, il governo finlandese ha avviato una sperimentazione di un reddito di base incondizionato attraverso l’erogazione di circa 600 euro ogni mese per due anni. Il monitoraggio ha evidenziato come il reddito di base non abbia influito sulla ricerca del lavoro anche se allo stesso tempo non ha influito sulla maggiore occupazione.
4- KENYA
L’esperimento UBI più grande e più lungo al mondo si sta svolgendo in Kenya e coinvolge 20.000 persone. Uno studio realizzato da alcuni economisti ha mostrato che per 1 dollaro erogato attraverso il reddito di base, questo ne genera altri 2,60 verso coloro che non ricevono un reddito di base.
La nostra proposta
L’ultima parte dell’incontro l’abbiamo dedicata ad esporre la nostra proposta politica per avviare a Palermo una forma di reddito di base. Dedicheremo a questa proposta un articolo apposito che pubblicheremo tra qualche giorno sul nostro blog.